Recensione #3
Editore: Bur Biblioteca Univ. Rizzoli (collana ragazzi) Pagine: 545 Prezzo: € 9,90 |
"Allora questa è la piccola signora che ha scatenato questa grande guerra"(A. Lincoln nel momento del suo incontro con la Stowe all'inizio della guerra civile americana)
H.B. Stowe, figlia di
un pastore della chiesa Congregazionalista, fu un’attiva abolizionista che seguì
le orme del padre nella battaglia contro la schiavitù negli Stati Uniti; in
particolare, l’evento che scatenò in Stowe il bisogno di scrivere un romanzo di
condanna fu la promulgazione di un atto legislativo nell’anno 1850 (fugitive
slave act), che decretava il dovere di ogni singolo cittadino di denunciare gli
schiavi fuggiti dai propri “padroni” e la loro restituzione agli stessi.
Il libro suscitò
sentimenti contrastanti negli americani, abitanti del nord e del sud si
schieravano con opinioni nettamente opposte. E’ necessario sottolineare come nel
Kentucky (e in generale in tutti i paesi del nord) il trattamento degli schiavi
non era lontanamente simile a quello del sud: vigeva sensibilità, comprensione
e gratitudine per il lavoro svolto.
La storia si apre con
un gentiluomo del Kentucky, il signor Shelby, che si trova debitore di un’
ingente somma di denaro e il solo modo per salvare sé stesso e la sua tenuta è
quello di cedere ad un mercante di schiavi Tom, il suo servo più fedele, più
umile, il miglior lavoratore e amico che si potesse avere. Da qui in poi, si
svolgono una serie di vicende che vedono molti altri protagonisti lottare per
la sopravvivenza ma soprattutto per la loro libertà.
Tom era amato da
tutti, molto forte ed emozionante la scena in cui il suo “padroncino” George,
figlio di Shelby, si reca alla capanna
dello Zio Tom prima per mangiare insieme a lui e alla sua famiglia, poi per
insegnargli a leggere e a scrivere. L’appellativo zio sta proprio a significare
l’intimità che tutti condividevano con quel servo dal cuore grande grande. e
non è un caso la produzione di numerosissime edizioni del romanzo per i più
piccolini, che grazie al loro animo puro e buono sono capaci di cogliere fino
in fondo le ingiustizie e violenze perpetrate contro altri esseri umani e non
capirne il motivo.
Parere generale:
Onestamente non avrei
mai pensato di leggere questo libro, non nego infatti di averlo sempre
considerato come lettura per ragazzi (e anche da piccola non ho mai avuto l’occasione
di affrontarlo). L’ho scelto tra tanti come lettura del mese di Gennaio avente
come tema “le grandi guerre”; la guerra di secessione americana mi ha sempre
affascinato, e quando ho individuato il filo conduttore tra la capanna dello
zio Tom e la guerra civile non ho avuto dubbi sulla mia scelta.
Perché leggerlo:
E’ un romanzo di
spessore, di riflessione e grande sensibilità. Il fatto che le vicende
raccontate siano tutte tratte dalla realtà (vissute in prima persona
dall’autrice o da persone a lei molto vicine ed affidabili come ad esempio il
fratello), che i dialoghi siano tutti reali e i personaggi siano ispirati a
persone realmente esistite, rende la lettura ancora più incredibile, suscitando
incredulità e sdegno.
Cosa non mi ha
convinto:
Le parti trattanti il
tema religioso erano molte e piuttosto pesanti per i miei gusti; inoltre
essendo la scrittura in alcune parti (specialmente verso la fine) un po’ meno
fluente rispetto a tutto il resto del romanzo, sono stata spinta a leggere
velocemente alcune parti.
Il mio voto da 1 a 5:
Il mio voto è 4.
Inaspettato.
* * * *
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